SPECIALE BERTONE - La mossa dei commissari
Un vertice fra i commissari della
Bertone per capire quali passi fare per garantire un futuro
industriale alla Carrozzeria di Grugliasco. Stefano Ambrosini,
Giuseppe Perlo e Vincenzo Nicastro si incontreranno oggi in corso
Allamano per studiare la situazione, alla luce anche delle parole
chiare della presidente della holding che controlla la società,
Lilli Bertone. «Non venderò
terreni e marchi ai cinesi – sostiene la vedova di Nuccio – sono
in trattativa con i Gracco per negoziare la loro uscita dalla
società, così come con le mie figlie, Marie Jeanne e
Barbara, se lo vorranno». Non solo. «Ho un piano, un
fondo che mi garantisce i soldi per ripartire da domani mattina e
quindi intendo andare avanti».
I
commissari preferiscono non parlare,. Prima è meglio fare il
punto della situazione, ben sapendo che chi ha intenzione di
ripartire con la produzione deve avere subito a disposizione tra i
250 e i 300 miliardi di euro. E pare che il fondo che sostiene il
piano della signora Bertone, che vorrebbe produrre insieme ad auto
anche elicotteri e parti di aerei su una piattaforma comune, non
sarebbe pronto ad impegnarli subito. Insomma. L signora Bertone
avrebbe le spalle troppo gracili. Non solo. Per i progetto della
vedova di Nuccio non sarebbe necessario tutto lo stabilimento, pari a
220 mila metri quadrati, ma un spicchio che potrebbe essere di circa
20 mila metri quadrati, con l'uso comune dell'impianto di
verniciatura, l'impianto più pregiato dello stabilimento.
Il
resto potrebbe andare benissimo al gruppo che si candida a rilevare
la carrozzeria e a proseguire l'attività. In lizza ci
sarebbero i cinesi ma non solo. Avrebbero bussato alla porta dei
commissari anche altri due gruppi, europei, importanti. E forse il
fatto che non siano solo i cinesi ad aspirare allo storico marchio
torinese potrebbe indurre la Bertone a mollare, a farsi passare la
paura del pericolo giallo.
I
tempi sono stretti. I commissari si sono dati tempo fino al 31
dicembre. Se non riusciranno a garantire una continuità
industriale entro la fine dell'anno si presenteranno in tribunale con
un nulla di fatto e al loro posto subentrerà un curatore
fallimentare. In pratica, sarebbe la fine. Ambrosini, Perlo e
Nicastro cercheranno di evitare un epilogo del genere, ma se Bertone
continuerà a far da barriera sarà difficile importare
una trattativa seria con le società pretendenti. Non verrà
lasciato nulla di intentato per spingere la signora Bertone a cedere
stabilimento e marchi. Ma per farlo bisognerà aspettare la
ripresa a pieno ritmo dell'attività giudiziaria, il 16
settembre, quando i commissari potranno proporre ai giudici alcuni
interventi per costringere, volente o nolente, la proprietà ad
aprire una trattativa.
A
luglio sembrava tutto fatto. Sembrava essere passata la linea delle
figlie, Barbara e Marie Jeanne, di dare mandato ai commissari di
discutere per la cessione. Risoluzione che nell'ultimo consiglio di
amministrazione non è passata a causa di un inedito accordo
tra Lilli Bertone e gli altri soci della holding, i Gracco. Intesa
che blocca tutto.
Ora
la parola ripasserà ai commissari che oggi decideranno il da
farsi e probabilmente decideranno di rispondere alla posizione della
vedova di Nuccio Bertone. Ed i lavoratori, gli stessi che hanno
indirizzato una lettera a Lilli e ai soci chiedendo di farsi da
parte, aspettano. Martedì si sono riunite le Rsu dell'azienda
e i sindacati hanno chiesto un incontro al più presto con i
commissari. Dopo decideranno cosa fare ed è probabile che
metteranno in campo tutte le iniziative possibili per sensibilizzare
la proprietà, le istituzione e l'opinione pubblica. All'inizio
della crisi in corso Allamano erano 1.500 tute blu, ora sono rimaste
1000 persone, mille famiglie. Un fallimento avrebbe un impatto
sociale forte, considerando anche la nuova crisi che sta vivendo il
settore, le difficoltà di ricollocamento oltre alle nubi che
si addensano sull'altra principale carrozzeria torinese, Pininfarina,
dopo la scomparsa ad agosto di Andrea Pininfarina e un piano di
ristrutturazione imminente con qualche centinaio di esbueri.
(Repubblica, 4 settembre)
Notizie correlate
- BERTONE - Un bando per salvare la carrozzeria
- BERTONE - Scajola non sceglie i commissari
- SPECIALE BERTONE - Vicina l’insolvenza
- SPECIALE BERTONE - La Fiom: Coinvolgere il Governo
- SPECIALE BERTONE - Le figlie tornano la vertice
- SPECIALE BERTONE - Scontro Lilli-commissari
- SPECIALE BERTONE - Verso la proroga a Gili
- SPECIALE BERTONE - La carta dell’amministratore straordinario
- SPECIALE BERTONE - Lilli estromette le figlie
- SPECIALE BERTONE - Cinque possibil acquirenti