05.09.2008

SPECIALE BERTONE - Cinque possibil acquirenti

Ora gli interessati sono cinque. Dopo le due cinesi, la Hong Kong Tahie e la Genertech, l´estate ha portato altri tre soggetti a sondare il terreno per una possibile acquisizione della Bertone, o almeno di alcune sue parti. Si tratta di una cordata di imprenditori spagnoli, una società russa ed una multinazionale indiana. Sui nomi regna il riserbo, ma solo di quest´ultima si conosce qualche dettaglio in più: si è fatta viva con un importante banca italiana nel ruolo di advisor, non è Tata e non si occupa solo ed esclusivamente di auto.

È il frutto del lavoro estivo di Stefano Ambrosini, Vincenzo Nicastro e Giuseppe Perlo, i tre commissari che attualmente amministrano in via straordinaria la carrozzeria di Grugliasco. Un´estate passata tra analisi di carte e conti e colloqui con nuovi interessati. Tre in tutto, tra i quali almeno uno, o forse anche due, sarebbero disposti a rilevare il pacchetto completo lasciando però alla famiglia la proprietà dello storico marchio ed anche di parte dei terreni. Proprio i due elementi che la signora Lilli, la vedova del fondatore Nuccio che oggi presiede la Bertone Spa, sembra considerare invendibili.

Insomma, ci sarebbe almeno un soggetto interessato alla carrozzeria e disposto anche a condividere gli spazi con il progetto di rilancio industriale annunciato da Lilli Bertone tramite le colonne di Repubblica. Un progetto su cui rimangono forti perplessità: il fondo d´investimento che accompagna la signora Bertone per il momento non ha ancora messo nero su bianco la quantità di denaro che intende mettere sul piatto e in più sembra difficile che scelga di appoggiare una società dall´azionariato così spaccato, con la signora Lilli che spinge in una direzione e le figlie Barbara e Marie Janne che premono in quella opposta. Il tutto in uno scenario nazionale e internazionale a dir poco difficile per il settore automotive.


Ora il cerino passa dalle mani dei commissari a quelle della vedova Bertone. Tocca a lei ragionare sui cinque interessamenti ed eventualmente scegliere con quali avviare le trattative. Un rifiuto spingerà quasi sicuramente il trio Ambrosini-Nicastro-Perlo a rivalse giudiziarie pesanti, fatte in nome del bene dell´azienda e dei suoi più di mille lavoratori in bilico da mesi. Ieri, in cinque ore di riunione, i commissari hanno fatto il punto della situazione e hanno riempito l´agenda con gli appuntamenti del mese. All´inizio della prossima settimana si terrà un incontro al ministero delle Attività produttive, di cui faranno relazione ai sindacati l´11 settembre. Sempre con i rappresentati dei lavoratori sarebbe già previsto un incontro il 17 settembre, questa volta per parlare delle iniziative giudiziarie che nel frattempo potrebbero scattare. Il 17 ottobre ci sarà invece l´udienza per lo stato passivo, in cui sono in ballo le posizioni di circa 1.300 creditori.

In programma anche un colloquio con gli assessori regionali al Lavoro e all´Industria, Angela Migliasso e Andrea Bairati, con quest´ultimo che ieri ha commentato positivamente l´arrivo di nuove offerte, pur invitando alla calma: «Vedremo se queste opportunità, quando si consolideranno, avranno le caratteristiche adeguate. A noi preme la tutela del valore industriale e soprattutto dei lavoratori». Anche il leader della Fiom, Giorgio Airaudo, ha predicato cautela: «Il fatto che ci siano interessamenti dimostra che nonostante la crisi una soluzione è ancora possibile. Ma a noi non servono né avventure né avventurieri. Abbiamo bisogno di una soluzione industriale valida, che sia finanziariamente sostenuta e socialmente accettabile, cioè che preveda la riassunzione di tutti i mille lavoratori».



(Repubblica, 5 settembre)



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