SPECIALE BERTONE - La carta dell’amministratore straordinario
Tre giorni. Tre giorni fondamentali per
capire le sorti della Bertone e dei suoi mille lavoratori. Oggi si
dovrebbe tenere l'assemblea dei soci della Bertone Spa, la holding
che controlla la carrozzeria e detiene i marchi e la proprietà
dei muri dello stabilimento di corso Allamano. Il condizionale è
d'obbligo anche perché secondo la presidente Lilli Bertone,
vedova di Nuccio, la riunione «è
in forse perché non riuscirebbero ad essere presenti tutti i
soci».
Un
giallo che si risolverà solo oggi e che forse dipende anche
dai rapporti tra i soci, tra la signora Bertone, le figlie, Barbara e
Marie Jeanne, e i cugini Gracco De Lay, che nell'ultima assemblea si
erano alleati con la signora Bertone per evitare di dare mandato ai
commissari (Stefano Ambrosini, Vincenzo Nicastro e Giuseppe Perlo) di
vendere marchi e immobili. In più la signora Bertone, ad
agosto, ha trasformato la società semplice Nube, la cassaforte
della famiglia, in società a responsabilità limitata,
così da avere il controllo sia rispetto alle figlie, sia nella
holding. Anche se l'atto è controverso, potrebbe avere una
sorta di potere di veto rispetto alle proposte degli altri soci e
dell'amministratore giudiziario, Maurizio Gilli. Ed anche la mossa di
non tenere l'assemblea oggi potrebbe avere l'obiettivo di allungare i
tempi ed arrivare all'11 settembre, quando il mandato di Gilli scadrà
e la holding tornerà in mano ai soci. Ed il rischio è
di tornare indietro. Anche perché la holding non sembra in
grado di prendere una decisione. La signora Bertone è
determinata a non vendere e ad andare avanti con il suo piano, le
figlie no, mentre i Gracco De Lay vorebbero uscire, ma non trovano
l'accordo.
Per
uscire dall'impasse, il tribunale potrebbe decidere di stringere.
Come? Dipende se qualche socio entro l'11 presenterà
un'istanza di proroga del mandato di Gilli, richiesta che potrebbe
essere fatta anche nell'assemblea di oggi, a patto che si svolga. E
nella proroga a Gilli potrebbero essere affidati poteri straordinari,
come la messa in liquidazione o il mandato a vendere marchio e
immobili, che non possono essere slegati dagli impianti di proprietà
della Carrozzeria. In questo modo i commissari avrebbero mano libera
a trattare con i cinque gruppi, uni spagnolo, due cinesi, un russo e
uno indiano, che hanno bussato alle loro porte.
Ieri
si sono riuniti anche i rappresentanti dei lavoratori, in attesa di
incontrare l'11 i commissari. E a giallo si aggiunge giallo. Anche
perché i lavoratori hanno visto aggirarsi, ancora a luglio,
Gian Mario Rossignolo attorno allo stabilimento. Che sia tornato in
pista per acquistare l'azienda? «A luglio sì – spiega
Rossignolo – Ora no, anche perché con chi è possibile
aprire una trattativa credibile? Non c'è nessuno che abbia
titolo fino in fondo. Io vado avanti, se un giorno ci sarà
qualcuno vedremo».
(Repubblica, 9 settembre)
Notizie correlate
- BERTONE - Rossignolo verso l’acquisizione
- BERTONE - Un bando per salvare la carrozzeria
- BERTONE - Scajola non sceglie i commissari
- SPECIALE BERTONE - Vicina l’insolvenza
- SPECIALE BERTONE - La Fiom: Coinvolgere il Governo
- SPECIALE BERTONE - Le figlie tornano la vertice
- SPECIALE BERTONE - Scontro Lilli-commissari
- SPECIALE BERTONE - Verso la proroga a Gili
- SPECIALE BERTONE - Cinque possibil acquirenti
- SPECIALE BERTONE - La mossa dei commissari