03.02.2009

BERTONE - Scajola non sceglie i commissari

Sulla Bertone cala la nebbia. Nel giorno in cui enti locali, sindacati e commissari si sono ritrovati in Regione per firmare il verbale che chiede la proroga della cassa fino a novembre, una domanda ha aleggiato tutta la riunione senza risposta: perché il ministro Scajola non ha ancora nominato i commissari per l´amministrazione straordinaria?
Il giorno dopo la sentenza del tribunale che accoglieva le richieste dei tre commissari di cancellare lo spin off messo in atto dalla famiglia Bertone alle prime avvisaglie di crisi, per "salvare i gioielli del gruppo - e cioè il marchio e i terreni - pareva soltanto una formalità. Anche perché il ministero aveva avuto un ruolo non secondario nel sostenere la causa di Stefano Ambrosini, Giuseppe Perlo e Vincenzo Nicastro - i tre commissari - di fronte al tribunale. Poi, il silenzio. Si diceva: firmerà dopo le vacanze di Natale, ma è passata anche l´Epifania e da Roma nessun segnale. Ora siamo a un mese e mezzo dalla sentenza, ma Scajola non ha ancora scelto i tre commissari. Una mossa indispensabile per poter arrivare alla gara e verificare gli eventuali acquirenti della storica carrozzeria di Grugliasco.
Giorgio Airaudo, segretario della Fiom, è tra i più sorpresi: «Sinceramente non mi spiego questo ritardo. Scajola non deve trovare soldi come per Fiat e non deve neanche cercare dei professionisti: ci sono già i commissari che conoscono bene la materia. Qual è allora la ragione? Non si fida di Ambrosini, Perlo e Nicastro? E allora scelga altri professionisti, ma non rimandi ancora una decisione che è vitale per il futuro dell´azienda». L´obiettivo è di arrivare entro 15-20 giorni alla gara e verificare quante sono veramente le offerte in campo per rilevare l´azienda di corso Allamano. Per ora di ufficiale pare ci sia solo Rossignolo. Anche se i commissari hanno più volte confermato che altri imprenditori stranieri, a cominciare dalla Lotus, sarebbero interessati all´azienda di Grugliasco. Ma fin tanto che non si organizza l´asta, non si può sapere. Per questo Airaudo chiede più coraggio anche da parte degli enti locali che pure, fino alla sentenza, hanno fatto molto per non abbandonare al proprio destino i 1153 dipendenti. Insomma, servirebbe uno scatto, come è avvenuto per Motorola. «Innanzitutto perché sarebbe un bel segnale per tutto il settore dare una svolta a una crisi nata prima della tempesta sui mercati» sottolinea il segretario Fiom. E intanto pensa a un gesto clamoroso: caricare i dipendenti della Bertone su alcuni pullman e raggiungere Roma, per manifestare sotto le finestre del ministero. «Non sono abituato ad usare la gente come ostaggio, ma a mali estremi, estremi rimedi» conclude Airaudo.
(Repubblica, 3 febbraio 2009)

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