BERTONE - Scajola non sceglie i commissari
Sulla Bertone cala la nebbia. Nel
giorno in cui enti locali, sindacati e commissari si sono ritrovati
in Regione per firmare il verbale che chiede la proroga della cassa
fino a novembre, una domanda ha aleggiato tutta la riunione senza
risposta: perché il ministro Scajola non ha ancora nominato i
commissari per l´amministrazione straordinaria?
Il giorno dopo la sentenza del tribunale che accoglieva le
richieste dei tre commissari di cancellare lo spin off messo in atto
dalla famiglia Bertone alle prime avvisaglie di crisi, per "salvare
i gioielli del gruppo - e cioè il marchio e i terreni - pareva
soltanto una formalità. Anche perché il ministero aveva
avuto un ruolo non secondario nel sostenere la causa di Stefano
Ambrosini, Giuseppe Perlo e Vincenzo Nicastro - i tre commissari - di
fronte al tribunale. Poi, il silenzio. Si diceva: firmerà dopo
le vacanze di Natale, ma è passata anche l´Epifania e da
Roma nessun segnale. Ora siamo a un mese e mezzo dalla sentenza, ma
Scajola non ha ancora scelto i tre commissari. Una mossa
indispensabile per poter arrivare alla gara e verificare gli
eventuali acquirenti della storica carrozzeria di Grugliasco.
Giorgio Airaudo, segretario della Fiom, è tra i più
sorpresi: «Sinceramente non mi spiego questo ritardo. Scajola
non deve trovare soldi come per Fiat e non deve neanche cercare dei
professionisti: ci sono già i commissari che conoscono bene la
materia. Qual è allora la ragione? Non si fida di Ambrosini,
Perlo e Nicastro? E allora scelga altri professionisti, ma non
rimandi ancora una decisione che è vitale per il futuro
dell´azienda». L´obiettivo è di arrivare
entro 15-20 giorni alla gara e verificare quante sono veramente le
offerte in campo per rilevare l´azienda di corso Allamano. Per
ora di ufficiale pare ci sia solo Rossignolo. Anche se i commissari
hanno più volte confermato che altri imprenditori stranieri, a
cominciare dalla Lotus, sarebbero interessati all´azienda di
Grugliasco. Ma fin tanto che non si organizza l´asta, non si
può sapere. Per questo Airaudo chiede più coraggio
anche da parte degli enti locali che pure, fino alla sentenza, hanno
fatto molto per non abbandonare al proprio destino i 1153 dipendenti.
Insomma, servirebbe uno scatto, come è avvenuto per Motorola.
«Innanzitutto perché sarebbe un bel segnale per tutto il
settore dare una svolta a una crisi nata prima della tempesta sui
mercati» sottolinea il segretario Fiom. E intanto pensa a un
gesto clamoroso: caricare i dipendenti della Bertone su alcuni
pullman e raggiungere Roma, per manifestare sotto le finestre del
ministero. «Non sono abituato ad usare la gente come ostaggio,
ma a mali estremi, estremi rimedi» conclude Airaudo.
(Repubblica, 3 febbraio 2009)
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