06.09.2008

SPECIALE BERTONE - Lilli estromette le figlie

«Non ho fatto nemmeno le ferie per seguire il progetto». Parole di pochi giorni fa, parole di Lilli Bertone, vedova di Nuccio e presidente della holding che controlla la Carrozzeria di corso Allamano, in un´intervista a Repubblica dove la signora Bertone annuncia un piano per andare avanti con la produzione e conferma di non voler vendere né il marchio né i terreni ai gruppi interessati ad acquistare lo stabilimento.

Che la presidente si sia concessa pochi giorni di ferie è vero. Anche perché ha sfruttato agosto per tentare di guadagnare una posizione di forza, rispetto alle figlie Barbara e Marie Jeanne, nella cassaforte della famiglia, nella società semplici, la NuBe, scatola che controlla l´impero costruito da Nuccio, ad iniziare dalla holding. Pochi giorni prima di Ferragosto si è rivolta ad un notaio genovese, Luigi Francesco Risso, per trasformare la società da semplice a srl, facendosi nominare amministratore. Una mossa che punta ad estromettere le figlie che vorrebbero trovare una soluzione, dando il mandato di vendere ai commissari che si stanno occupando delle Carrozzerie (Stefano Ambrosini, Vincenzo Nicastro e Giuseppe Perlo) e che sono in trattativa con cinque gruppi. Aziende, due cinesi, una indiana, una russa e una spagnola, che si sono fatti avanti per dare un futuro industriale all´azienda e garantire una parte dei posti di lavoro.

Già in passato, prima dell´intervento dei giudici e della procura, Lilli Bertone aveva tentato di mettere da parte le figlie, pronte a trovare un accordo con Gian Mario Rossignolo. Ma per un errore nella conversione tra le lire e gli euro, fatto nel 2002, la signora Bertone ha ancora margini di movimento e non vuole mollare. E per evitare di perdere l´azienda al centro della vicenda è tornata la NuBe (acronimo che starebbe per Nuccio Bertone) società semplice fondata nel 1985 con un capitale sociale di 1 milione di lire. Azioniste sono la signora Ermelinda Cortese (nome da nubile di Lilli Bertone) con il 50 per cento del capitale, cioè una quota di 500 mila lire, e le due figlie, Barbara e Marie Jeanne, ciascuna con una quota di 250 mila lire. Un modo studiato da Nuccio Bertone per evitare che nessuno in famiglia avesse la maggioranza. Insomma, che potesse decidere in maniera autonoma.

Nel 2002 con il cambio della moneta dalla lira all´euro anche le quote sono state convertite nella nuova valuta: nell´arrotondamento è stata la madre ad avvantaggiarsi. Le sue 500 mila lire, divise per 1936,27 (il valore ufficiale del cambio) hanno dato 258,2284 euro. Numero che è stato arrotondato alla cifra superiore: 258,23 euro. Le due quote delle figlie hanno seguito invece una sorte inversa: arrotondate alla cifra inferiore sono diventate da 129,11 euro. Così la loro somma dà 258,22 euro, un centesimo in meno della quota materna, appunto.

Forte della maggioranza di un centesimo il 13 agosto Lilli Bertone, che sembra avvalersi sempre della collaborazione di Truglia (ricomparso con le deleghe della signora nell´ultima assemblea) si è presentata davanti al notaio Risso di Genova e ha trasformato la società in Srl. Trasformazione iscritta al registro delle imprese subito dopo, a cavallo di Ferragosto. Mossa che rischia di complicare ancora di più la situazione, che segna in modo chiaro la volontà della signora Bertone di non cedere, di voler mantenere il controllo, quasi come se nel frattempo non fosse successo nulla.

È probabile che le figlie reagiranno a questo ennesimo blitz della madre, così come i commissari cercheranno di «imporre» alla proprietà di aprire una trattativa. Ma le questioni legali allungano i tempi, anche perché sembra ad una prima analisi che il blitz di Lilli Bertone sul piano formale sia corretto, e di giorni, prima del fallimento delle Carrozzerie, ne rimangono pochi.
(Repubblica, 6 settembre)

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