11.11.2008
CRISI - 30.000 lavoratori in Cig, 4.000 precari a casa
Si è svolto ieri a Torino, presso il Sermig, l'assemblea
con oltre 700 delegati regionali della Fiom.
Giorgio Airaudo, segretario regionale Fiom, che ha tenuto la relazione introduttiva, ha analizzato i dati della crisi nella nostra regione, che coinvolge oltre 30.000 lavoratori in cassa integrazione e circa 3800 precari a cui non è stato rinnovato il contratto: «Non si possono trovare risorse per salvare le banche e non per aiutare i lavoratori: per questo chiediamo che venga aumentata l'indennità di cassa integrazione, in modo che arrivi a coprire l'80% dello stipendio, e che gli ammortizzatori sociali vengano estesi anche ai lavoratori precari che ne sono esclusi. Inoltre non possiamo accettare che venga chiusa alcuna fabbrica, e la determinazione dei lavoratori della Dayco ha dimostrato che è possibile mantenere aperti gli stabilimenti». Dato che la crisi è sempre più estesa e colpisce tutti i settori, Airaudo ha concluso dicendo che «serve una mobilitazione generale che raccolga tutte le proteste, dai metalmeccanici alla scuola, dal pubblico impiego al commercio, e che sappia durare nel tempo».
Durante l'assemblea sono intervenuti delegati di varie aziende piemontesi in difficoltà, nonché rappresentanti del mondo della scuola, del pubblico impiego e del movimento degli studenti, e esponenti della segreteria regionale della Cgil.
Gianni Rinaldini, segretario nazionale della Fiom, ha concluso l'assemblea: «La crisi è usata da governo e confindustria per andare contro il sindacato, per portarlo fuori dai luoghi di lavoro e lasciargli come unica possibilità di sopravvivenza gli enti bilaterali. In questa fase il moltiplicarsi delle iniziative di lotta, così come le proteste degli studenti, richiedono da parte della Cgil la definizione di un percorso che porti allo sciopero generale e che proseguano anche dopo la fine dell'anno e l'approvazione della finanziaria».
Scarica la tabella con i dati regionali sulla crisi
Giorgio Airaudo, segretario regionale Fiom, che ha tenuto la relazione introduttiva, ha analizzato i dati della crisi nella nostra regione, che coinvolge oltre 30.000 lavoratori in cassa integrazione e circa 3800 precari a cui non è stato rinnovato il contratto: «Non si possono trovare risorse per salvare le banche e non per aiutare i lavoratori: per questo chiediamo che venga aumentata l'indennità di cassa integrazione, in modo che arrivi a coprire l'80% dello stipendio, e che gli ammortizzatori sociali vengano estesi anche ai lavoratori precari che ne sono esclusi. Inoltre non possiamo accettare che venga chiusa alcuna fabbrica, e la determinazione dei lavoratori della Dayco ha dimostrato che è possibile mantenere aperti gli stabilimenti». Dato che la crisi è sempre più estesa e colpisce tutti i settori, Airaudo ha concluso dicendo che «serve una mobilitazione generale che raccolga tutte le proteste, dai metalmeccanici alla scuola, dal pubblico impiego al commercio, e che sappia durare nel tempo».
Durante l'assemblea sono intervenuti delegati di varie aziende piemontesi in difficoltà, nonché rappresentanti del mondo della scuola, del pubblico impiego e del movimento degli studenti, e esponenti della segreteria regionale della Cgil.
Gianni Rinaldini, segretario nazionale della Fiom, ha concluso l'assemblea: «La crisi è usata da governo e confindustria per andare contro il sindacato, per portarlo fuori dai luoghi di lavoro e lasciargli come unica possibilità di sopravvivenza gli enti bilaterali. In questa fase il moltiplicarsi delle iniziative di lotta, così come le proteste degli studenti, richiedono da parte della Cgil la definizione di un percorso che porti allo sciopero generale e che proseguano anche dopo la fine dell'anno e l'approvazione della finanziaria».
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