29.08.2008

Airaudo: ”Torino teme la povertŕ”

«Il presidente dell’Unione industriale si aspetta un autunno di crisi? Lo diciamo da tempo che si finiva lì. Però apprezzo che questa volta sia la Fiat sia il capo degli industriali riconoscano che è crisi e non la neghino come nel 2002». Il segretario della Fiom, Giorgio Airaudo, è più che consapevole delle difficoltà dell’economia, ma avverte: «I lavoratori non hanno più niente da dare, non possono fare neppure un solo sacrificio. Non possiamo arretrare perché alle spalle abbiamo un baratro; molti operai sono già sull’orlo della povertà. Chi pensa che la crisi si possa scaricare sui lavoratori rischia di preparare una situazione esplosiva». E scivolando per un attimo nelle dispute politiche si rivolge a Chiamparino: «Ha ragione Sanlorenzo: che vada o meno alla festa del Pd non è rilevante. Ma lui, che sa capire gli umori profondi della gente, vada a parlare con i cittadini: c’è una Torino che ha di nuovo paura; ha paura della povertà».




Ma che crisi sarà?



«Come dice Carbonato c’è una brutta situazione internazionale, c’è la stagflazione. La crisi è arrivata troppo presto, interrompendo una ripresa troppo breve che non tutte le aziende sono riuscite a acciuffare».



Quali sono i punti dolenti?



«E’ persino ovvio: l’auto. L’auto ha aiutato la ripresa a Torino e l’auto può accelerare la crisi. Se la situazione non migliora entro dicembre gli effetti saranno molto pesanti. Già negli ultimi mesi le difficoltà sono state contenute usando le ferie e sporadiche settimane di cassa. Ma molte sono le richieste di cassa per il dopo ferie, a partire da Mirafiori».



E nei dintorni di Mirafiori?



«L’indotto è appeso a un filo. Mi aspetto problemi per le aziende di stampaggio come la Mac quasi tutte situate nel polo di Chivasso, e poi come non vedere che saranno in difficoltà le Marelli che lavorano per l’auto. Non mi ha stupito che una azienda come la Fergat volesse, anche se poi ha cambiato idea, la chiusura dello stabilimento di Grugliasco; fa cerchioni per tutta la Fiat italiana. Ma vorrei tornare su Mirafiori».



Prego.



«I modelli sono quasi tutti, tranne la Mi.To, vecchi. C’è bisogno di un modello nuovo. E la Fiat ha difficoltà anche in altri settori che risentono del rallentamento economico».



Quali?



«Ad esempio Cnh; non è un caso che a San Mauro la cassa sia peggiore che a Mirafiori. Sono fermi i grandi cantieri, ferme le opere pubbliche e le macchine per movimento terra vendono meno. E voglio ancora aggiungere un dato».



Negativo?



«Purtroppo sì. In questa crisi si somma la situazione dei carrozzieri. La Bertone ha tempo fino a dicembre per trovare un acquirente, poi i soldi finiscono. Ma per renderla appetibile, e con la crisi lo è sempre meno, mancano il marchio e gli immobili. Senza è tutto è più difficile».



E la Pininfarina?



«Stava sommando alle attività di carrozzeria classiche quelle di produzione di auto elettriche in proprio. Finora le difficoltà sono state contenute anche perché a restare a casa sono stati i 400 della Bertone utilizzati per due anni. La tragedia della morte di Andrea Pininfarina priva l’azienda del protagonista del rilancio. A settembre chiederemo che tutti i siti siano mantenuti, San Giorgio compreso, e che i lavoratori non subiscano conseguenze».



E la politica che cosa fa?



«Il governo cose demagogiche o populiste. La politica in genere parla d’altro».



E invece?



«Invece servirebbe interrogarsi su formule nuove anche pensando al ciclo delle amministrative».



Un ennesimo nuovo partito?



«No. Credo che la soluzione non sia un centro sinistra sommato per necessità o un monocolore Pd. Esiste la possibilità di mettere in campo le persone migliori della politica per costruire liste costruite su un programma insieme ai cittadini. Lo hanno fatto in Brasile, Francia, Olanda, stanno cercando di fare a Firenze».



Liste civiche?



«Liste che vadano oltre i contenitori politici attuali, fatte di contenuti. I partiti non sono l’unico modo di organizzare la partecipazione come è evidente in questi anni».



Pensa a una lista di Chiamparino?



«Sta facendo il sindaco e bene, vedrà lui che fare».



E lei si candiderà?



«No, faccio il sindacalista».



(La stampa, 22 agosto 2008)



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Airaudo

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