Airaudo: ”Torino teme la povertŕ”
Ma
che crisi sarà?
«Come
dice Carbonato c’è una brutta
situazione internazionale,
c’è la stagflazione. La crisi è arrivata troppo
presto, interrompendo una ripresa troppo breve che non tutte le
aziende sono riuscite a acciuffare».
Quali
sono i punti dolenti?
«E’
persino ovvio: l’auto. L’auto ha
aiutato la ripresa a Torino e l’auto può accelerare la
crisi. Se la situazione non migliora entro dicembre gli effetti
saranno molto pesanti. Già negli ultimi mesi le difficoltà
sono state contenute usando le ferie e sporadiche settimane di cassa.
Ma molte sono le richieste di cassa per il dopo ferie, a partire da
Mirafiori».
E
nei dintorni di Mirafiori?
«L’indotto
è appeso a
un filo. Mi aspetto problemi per le aziende di stampaggio come la Mac
quasi tutte situate nel polo di Chivasso, e poi come non vedere che
saranno in difficoltà le Marelli che lavorano per l’auto.
Non mi ha stupito che una azienda come la Fergat volesse, anche se
poi ha cambiato idea, la chiusura dello stabilimento di Grugliasco;
fa cerchioni per tutta la Fiat italiana. Ma vorrei tornare su
Mirafiori».
Prego.
«I
modelli sono quasi tutti, tranne
la Mi.To, vecchi. C’è bisogno di un modello nuovo. E la Fiat
ha difficoltà anche in altri settori che risentono del
rallentamento economico».
Quali?
«Ad
esempio Cnh; non è un caso che
a San Mauro la cassa sia peggiore che a Mirafiori. Sono fermi i
grandi cantieri, ferme le opere pubbliche e le macchine per movimento
terra vendono meno. E voglio ancora aggiungere un dato».
Negativo?
«Purtroppo
sì. In questa crisi si
somma la situazione dei carrozzieri. La Bertone ha tempo fino a
dicembre per trovare un acquirente, poi i soldi finiscono. Ma per
renderla appetibile, e con la crisi lo è sempre meno, mancano
il marchio e gli immobili. Senza è tutto è più
difficile».
E
la Pininfarina?
«Stava
sommando alle
attività di carrozzeria classiche quelle di produzione di auto
elettriche in proprio. Finora le difficoltà sono state
contenute anche perché a restare a casa sono stati i 400 della
Bertone utilizzati per due anni. La tragedia della morte di Andrea
Pininfarina priva l’azienda del protagonista del rilancio. A
settembre chiederemo che tutti i siti siano mantenuti, San Giorgio
compreso, e che i lavoratori non subiscano conseguenze».
E
la politica che cosa fa?
«Il
governo cose demagogiche o populiste. La politica in genere parla
d’altro».
E
invece?
«Invece
servirebbe interrogarsi su formule nuove anche pensando al ciclo
delle amministrative».
Un
ennesimo nuovo partito?
«No.
Credo che la soluzione non sia un centro sinistra sommato per
necessità o un monocolore Pd. Esiste la possibilità di
mettere in campo le persone migliori della politica per costruire
liste costruite su un programma insieme ai cittadini. Lo hanno fatto
in Brasile, Francia, Olanda, stanno cercando di fare a Firenze».
Liste
civiche?
«Liste
che vadano oltre i contenitori politici attuali, fatte di contenuti.
I partiti non sono l’unico modo di organizzare la partecipazione
come è evidente in questi anni».
Pensa
a una lista di Chiamparino?
«Sta
facendo il sindaco e bene, vedrà lui che fare».
E
lei si candiderà?
«No,
faccio il sindacalista».
(La stampa, 22 agosto 2008)
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