16.04.2014

LA AGRATI CHIUDERA’

Mercoledì 16 aprile, è stato siglato in Regione Piemonte l'accordo sulla cessazione dell'attività per lo stabilimento Agrati di Collegno, in cui lavorano 82 persone.

Nonostante le pressioni del governo, attraverso il premier Matteo Renzi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, le mobilitazioni dei lavoratori, gli interventi delle istituzioni locali, della politica e della società civile, l'azienda non ha cambiato idea rispetto alla chiusura dello stabilimento.

L'accordo sottoscritto oggi prevede 2 anni di cassa integrazione straordinaria, mobilità volontaria e incentivata per chi decide di andarsene durante i due anni (sia per chi arriva alla pensione, sia per chi invece ne è lontano), ricollocazioni con indennizzi negli stabilimenti di Veduggio (13 lavoratori), Dolzago (10), Chambery (5), possibilità di rivolgersi a aziende di outplacement per favorire la ricollocazioni esterne all'azienda e infine un progetto di reindustrializzazione dell'area, in collaborazione con la Regione Piemonte, con assunzioni incentivate, anche se non sono stati definiti tempi e numeri.

Marinella Baltera, della Fiom-Cgil, dichiara: «Neanche i tentativi effettuati fino all'ultimo dalle più alte cariche dello Stato hanno modificato la posizione aziendale: con questa chiusura si compie un'ingiustizia. È una sconfitta per tutti, politica, governo, istituzioni e mondo imprenditoriale perché nessuno è riuscito a evitare che un'azienda sana e con i bilanci in positivo chiudesse uno stabilimento che ha lavoro. Quello raggiunto oggi è un buon accordo di chiusura ma questa azienda doveva rimanere aperta. L'azienda si è dimostrata socialmente irresponsabile e abbiamo dovuto cedere al loro ricatto per evitare che da venerdì scattassero i licenziamenti».

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