OLIVETTI - Nuovo piano industriale. Airaudo: Solita eutanasia
In
particolare, è prevista la chiusura
dello stabilimento
di Agliè,
dove attualmente lavorano 180 persone, e il ridimensionamento
di quello di Arnad
in Valle d'Aosta, che passerà dai 300 dipendenti di oggi a
circa 200. La previsione è di circa 260
esuberi
totali. Per 180
di essi è previsto un
anno di cassa integrazione,
con attività di formazione, e il ricollocamento
in attività di call
center per
conto Telecom, dislocate a Scarmagno. Per gli altri 80
si
prevede il ricorso ad ammortizzatori
sociali,
come mobilità
verso
la pensione.
Con una scelta in netta controtendenza rispetto al management
precedente, viene così totalmente abbandonato
il
segmento di produzione di apparecchi multifunzionali, vero core
business su
cui si erano concentrati gli investimenti del piano
industriale del
2005.
Il
nuovo piano apre altresì due
possibili ipotesi: una sinergia con
Telecom per fornire supporto nel campo dell'Information tecnologies
alle piccole medie imprese, e l'ipotesi di sviluppare applicazioni
per la tecnologia delle testine a getto di inchiostro (della cui
tecnologia Olivetti è tuttora uno dei maggiori detentori) nel
campo tessile e bio-medico. Ma per ora si tratta appunto di scenari
virtuali dai contorni alquanto incerti.
Federico
Bellono,
segretario della Fiom-Cgil di Ivrea, dichiara: «Un
piano
industriale deludente e
che segna un ulteriore
ridimensionamento dell'attività produttiva:
di questo passo Olivetti
finirà per
essere
solo
una delle tante aziende
di servizi della galassia Telecom,
con lo svilimento
della
professionalità
dei
lavoratori
e
la dispersione
di
un'enorme patrimonio
industriale e
tecnologico.
Dopo oltre un anno di attesa e la delusione per il mancato accordo
con Kodak speravamo in qualcosa di più: questo piano prende
atto del fallimento
della
gestione
precedente ma
non
indica vere prospettive produttive,
come dimostrano la chiusura dello stabilimento di Agliè e il
ridimensionamento di quello di Arnad».
Giorgio
Airaudo,
segretario provinciale della Fiom-Cgil, aggiunge: «Continua
l'eutanasia
della
missione
industriale dell'Olivetti,
e in modo beffardo ciò avviene proprio nell'anno del
centenario. Sull'Olivetti in questi anni in tanti hanno speculato ma
si sono perse una dopo l'altro tutte le occasioni di rilancio».
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