SCIOPERI E PRESIDI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO
Al
presidio
hanno
partecipato centinaia
di
lavoratori.
Queste le percentuali di adesione in alcune delle più importanti
aziende della provincia di Torino: zona di Collegno
e valle
di Susa
circa
il 70%
(Bitron,
Tyco, Olsa, Elbi, Vertek, Sogefi), zona di Chivasso
oltre
il 70%
(Mac, Emarc, Daytech, Federal Mogul), Alto
Canavese oltre
il 70%
(Fucine Rostano, Omp, ex Berco), Avio 65%, Alenia 65%, Microtecnica
65%.
Durante
il presidio sono stati gonfiati
e
appesi
alla
cancellata dell'Unione Industriale centinaia di palloncini
colorati,
con frasi sul contratto nazionale. Al presidio era anche presente una
rappresentanza
della
Cgil.
Una
delegazione,
in cui erano presenti alcuni delegati delle più importanti aziende
del territorio (tra cui Avio, Microtecnica, Alenia, Johnson Control),
è stata poi ricevuta
dai
funzionari
dell'Amma
di
Torino.
Scioperi
e presidi ci sono state anche nelle altre provincie piemontesi. A
Cuneo
si
sono svolte 2 ore di sciopero, 4 ore alla Graziano Garessio; a
Alessandria
2
ore di sciopero con presidio davanti all'Unione industriale
(adesioni: Ilva 60%, Kme 80%, Marcegaglia 50%); Biella scioperi alla
Roi 65%, Scama 70%; Novara
scioperi
alla Isringhsaghauden 80%, Meritor 90%, Air Com 70%;
Verbano-Cusio-Ossola
fermate
alle Lagostina 75%, Amea meccaniche 70%; ad Asti
un
centinaio di lavoratori in presidio davanti all'Unione industriale; a Vercelli si sono fermate Ykk 60% e Dana 60%.
Scarica il volantino dell'iniziativa
Giorgio
Airaudo,
responsabile settore auto della Fiom-Cgil nazionale, dichiara:
«È difficile immaginare un contratto nazionale con una
rappresentanza industriale amputata dagli stabilimenti della Fiat ma
è ancora più difficile immaginare un contratto nazionale valido
senza i lavoratori che rappresenta la Fiom-Cgil. Continueremo le
mobilitazioni fino alla ricostruzione del contratto nazionale, che
serve ad uscire da questa crisi».
Federico
Bellono,
segretario provinciale Fiom-Cgil, dichiara:
«Abbiamo colto una certa preoccupazione da parte dei rappresentanti
dell'Amma sulle possibili conseguenze di una rottura che da Fiat si
estenda a tutti i metalmeccanici, creando una situazione di mancanza
di regole condivise. Abbiamo voluto fare presente il nostro punto di
vista direttamente ai rappresentanti di una delle associazioni più
importanti d'Italia perché l'esclusione dalle trattative per il
rinnovo del contratto è non solo inaccettabile ma anche in aperta
violazione delle regole che le Confederazioni si sono date con
Confindustria. Non è accettabile che la nostra presenza sia ritenuta
utile ai tanti tavoli di crisi, in cui siamo quotidianamente
impegnati, e non quando si discute del contratto nazionale».
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