14.11.2008

OLIVETTI - Continua il confronto sul piano industriale

La Fiom-Cgil rende noto che è proseguito oggi ad Ivrea, presso la sede di Confindustria, il confronto con l'Olivetti sul piano industriale presentato nelle scorse settimane. Il piano è stato confermato nelle sue linee essenziali: razionalizzazione logistica con la chiusura di Agliè e spostamento delle attività residue tra Arnad e l'indotto; abbandono della produzione del "multifunzionale" e ridimensionamento di Arnad; 260 esuberi circa distribuiti soprattutto tra Agliè, Arnad e palazzo uffici in parte ricollocati in un'attività di "caring" per la clientela di Telecom a Scarmagno (180 persone) e in parte accompagnati verso la pensione; concentramento della ricerca e sviluppo di Scarmagno e Agliè a palazzo uffici. Oggi l'azienda ha avviato le procedure per la cassa integrazione straordinaria che accompagnerà i corsi per chi verrà ricollocato nel call-center, mentre martedì prossimo. si terranno le assemblee nei tre stabilimenti canavesani.

Federico Bellono, della Fiom-Cgil, dichiara: «Il nostro giudizio è decisamente negativo, non solo perché si conferma un'ulteriore perdita di attività e di occupazione, ma perché nessuna delle proposte dei lavoratori è stata accolta, in particolare il mantenimento in Canavese delle attività produttive finora collocate ad Agliè. Troppe domande, poi, sono rimaste senza risposta, come il contenuto effettivo delle attività di progetto che troveranno posto a Palazzo Uffici: francamente speravo che la fresca nomina del nuovo amministratore delegato fosse da subito portatrice di novità positive! Se non arriveranno presto sinergie di qualità con Telecom e nuove applicazioni industriali della tecnologia ink-jet, il destino di Olivetti è segnato: a questo fine sollecitiamo un intervento più attivo da parte delle istituzioni. Resta per ora un piano che porterà trasmigrazioni massicce tra il Canavese e la Valle d'Aosta e un'attività di call-center di medio-basso livello e con orari più disagevoli: naturalmente non lasceremo soli i lavoratori nel tentativo di limitare i disagi che ne deriveranno».



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