07.04.2009
INDESIT - Marcina indietro dell’azienda, None non chiude
Ora la trattativa tra Indesit e sindacati sul futuro dello
stabilimento di lavastoviglie di None, alle porte di Torino, può finalmente
partire. L’azienda ha infatti dichiarato ai sindacati, nell’incontro all’Unione
Industriale svoltosi ieri, la sua disponibilità a mantenere una parte della
produzione attuale della fabbrica che voleva chiudere. Fim, Fiom e Uilm chiederanno
oggi ai 600 lavoratori, in un’assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento,
il mandato a trattare. Ma un nuovo incontro è già fissato per il 17 aprile a
Roma. Per ora, comunque, non è stato divulgato nessun numero sull’occupazione e
non c’è nemmeno un piano industriale. C’è però quel segnale, già emerso dalle
indiscrezioni ma non ancora ufficializzato, della volontà di non trasferire
tutta la produzione torinese in Polonia.
«Un incontro costruttivo», commenta soddisfatta l’azienda. Nel frattempo i sindacati non si sbilanciano troppo, ma non danno giudizi negativi. «È una prima notizia positiva - ha commentato Dario Basso della Uilm - ma chiaramente non è sufficiente: dobbiamo lavorare per tutelare tutti i dipendenti puntando a mantenere la massima occupazione presso il sito di None. Solo dopo il prossimo incontro saremo nelle condizioni di fare le nostre controproposte, che ovviamente saranno concordate con i lavoratori». Di «una buona base per avviare un dialogo costruttivo sul futuro dello stabilimento» parla anche il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Giovanni Centrella, mentre Claudio Suppo, della Fiom torinese, sottolinea che, per l’azienda «nessuno sarà lasciato a casa, anche con l’utilizzo di ammortizzatori sociali, incentivi all’esodo e ricollocazioni». «È evidente - conclude Suppo - che se non ci saranno le condizioni, metteremo in campo tutte le iniziative possibili, come abbiamo fatto negli ultimi due mesi».
«Un incontro costruttivo», commenta soddisfatta l’azienda. Nel frattempo i sindacati non si sbilanciano troppo, ma non danno giudizi negativi. «È una prima notizia positiva - ha commentato Dario Basso della Uilm - ma chiaramente non è sufficiente: dobbiamo lavorare per tutelare tutti i dipendenti puntando a mantenere la massima occupazione presso il sito di None. Solo dopo il prossimo incontro saremo nelle condizioni di fare le nostre controproposte, che ovviamente saranno concordate con i lavoratori». Di «una buona base per avviare un dialogo costruttivo sul futuro dello stabilimento» parla anche il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Giovanni Centrella, mentre Claudio Suppo, della Fiom torinese, sottolinea che, per l’azienda «nessuno sarà lasciato a casa, anche con l’utilizzo di ammortizzatori sociali, incentivi all’esodo e ricollocazioni». «È evidente - conclude Suppo - che se non ci saranno le condizioni, metteremo in campo tutte le iniziative possibili, come abbiamo fatto negli ultimi due mesi».
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