21.03.2009
INDESIT - In 2.000 in corteo contro la chiusura
Duemila dipendenti in corteo a Torino
per chiedere che non chiuda la Indesit di None, 650 posti di lavoro a
rischio a pochi chilometri dalla città della Fiat. Al corteo
nazionale partecipano anche i lavoratori degli altri stabilimenti del
gruppo: una dipendente di Caserta si veste da sposa per «contrastare
il divorzio tra la Indesit e None». Partecipa al corteo il
responsabile nazionale del lavoro del Pd, Cesare Damiano, una
presenza non scontata visto che Maria Paola Merloni, esponente della
famiglia proprietaria dello stabilimento, è deputata del
partito di Franceschini: «Merloni, cuore a sinistra,
portafoglio a destra», si legge su un cartello al centro del
corteo. L' annuncio della chiusura di None è contestuale alle
voci sempre più insistenti di trasferimento della produzione
in Polonia dove il governo sarebbe disposto a concedere incentivi
all'azienda in cambio dell'aumento degli organici. Uno scambio che
scandalizza i sindacati italiani: «Tocca alla proprietà
- dice Giorgio Airaudo della Fiom torinese - fare la prossima mossa».
Mossa che potrebbe essere agevolata da quella di ieri della
presidente del Piemonte, Mercedes Bresso: «Se None chiuderà
- ha detto Bresso - sarà la guerra. Ma se rimarrà un
polo produttivo, faremo la nostra parte per aiutare l'azienda».
La proposto è implicita: la Regione propone una contromossa
per contrastare le agevolazioni che vorrebbe concedere il governo di
Varsavia. Naturalmente Bresso intende «premere sul governo
italiano», affinché entri in competizione con quello
polacco salvando una parte importante dell' occupazione. Per i
sindacati il corteo di ieri dovrebbe «aprire la strada a un
tavolo di trattativa», come spiega per la Uilm, Gianluca Ficco.
La massiccia presenza di delegazioni dei diversi stabilimenti
italiani del gruppo è motivata dal timore che la chiusura di
None sia solo l' inizio del progressivo smantellamento degli
insediamenti italiani. Lo spiega bene un cartello inalberato durante
il corteo di ieri: «Il frigorifero dice alla lavatrice: lo sai
che nostra sorella lavastoviglie è costretta ad emigrare in
Polonia? La famiglia deve restare unita». La vicenda si presta,
naturalmente, alla polemica politica. Così mentre il sindaco
di Torino, Sergio Chiamparino, chiede dal palco «che sia il
governo nazionale ad assumersi la responsabilità di convocare
un tavolo nazionale tra azienda e sindacati», ha gioco facile
il centrodestra a sottolineare le contraddizioni del Pd: «Sarebbe
fondamentale per il destino di None una decisione chiara della
proprietà - dice la deputata leghista Elena Maccanti quella
proprietà che ha nell' onorevole del Pd Maria Paola Merloni
un' autorevolissima rappresentante». Critiche al partito di
Franceschini anche dalla sinistra radicale. L' europarlamentare di
Rifondazione Vittorio Agnoletto è convinto che «il Pd
deve scegliere se stare coni lavoratorio coni padroni».
Notizie correlate
- INDESIT - Viglia del corteo con qualche spiraglio
- INDESIT - Annunciata la chiusura: ”Pronti ad occupare”
- SCIOPERO NAZIONALE GRUPPO FIAT
- AIRAUDO: ”SERVE UNA MOBILITAZIONE NAZIONALE”
- TEKSID - La Fiat non paga l’anticipo della cassa in deroga
- INDESIT - Incontro azienda-sindacati, spiragli per None
- FIAT - Proposta manifestazione nazionale a Torino
- MAGNETTO WHEELS - Scongiurata la chiusura
- ASSEMBLEA RLS - Costituirsi parte civile
- LA AGRATI CHIUDERA’