FIM-FIOM-UILM - Una crisi mai vista prima
Una crisi senza precedenti mai
verificatasi negli ultimi 30 anni. I metalmeccanici piemontesi di Fim-Fiom-Uilm
unitariamente oggi hanno deciso di intervenire. Nessun allarmismo ma la cruda
realtà cui devono seguire adeguate risposte istituzionali per prevenire, in
tempo utile, i danni maggiori e fare fronte, per tempo, alle difficoltà di
reddito cui andranno incontro i lavoratori.
MAURIZIO PEVERATI segretario
Uilm-Uil Torino ha evidenziato alcuni dati.
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Sono 27 mila tutt’oggi i lavoratori in cassa integrazione del settore.
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Sono 450 le aziende metalmeccaniche coinvolte.
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Un dato che potrebbe essere aumentato del 15% aggiungendo le aziende non associate ad Api e Amma.
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Sono 4800 gli interinali lasciati a casa ad oggi di cui 1200 solo in Fiat.
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Il ricorso alla cassa integrazione da settembre è aumentato del 75%.
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Per dicembre si prevede un aumento della cassa integrazione fino al coinvolgimento di circa 50 mila persone.
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27 aziende entro fine anno finiranno gli ammortizzatori sociali straordinari, dopo sarà l’inevitabile chiusura.
Peverati ha
dichiarato:
“La situazione è drammatica e peggiorerà nei prossimi mesi. Il peggio è che non
c’è un vero interlocutore con cui confrontarci. Se una crisi è transitoria o
circoscritta si può ridurne l’impatto sui redditi dei lavoratori con accordi
sindacali. Qui è diverso. Chiediamo a Cgil-Cisl e Uil di mediare insieme
soluzioni per tamponare velocemente questa grave crisi ragionando sui possibili
scenari per rilanciare questo settore così gravemente
colpito”.
CLAUDIO CHIARLE segretario
FIM-CISL Torino ha dichiarato:
“In questa fase i tre sindacati
metalmeccanici confederali devono guardare a cosa li unisce e non a cosa li
divide. Brutto dirlo ma questa crisi ci unisce, nel senso che dobbiamo fare
fronte comune per forza per affrontarla. Nell’affrontarla ho a cuore che si
pensi però anche al futuro, a quando supereremo questo momento difficile. Cosa
fare? Ad esempio chiedere investimenti nel settore delle energie rinnovabili,
delle nuove produzioni, così da tamponare oggi i danni della crisi e investire
contemporaneamente sul domani. Le istituzioni? Devono lavorare sugli
ammortizzatori ma non solo, puntando per l'appunto sullo sviluppo a lungo
termine”.
GIORGIO AIRAUDO segretario
FIOM-CGIL Torino ha dichiarato
“Non vogliamo essere allarmisti ma
comunicare la realtà per agire per tempo. Per la prima volta da 30 anni, tra la
prima settimana di dicembre e fine anno, si fermeranno le produzioni di tutte le
case automobilistiche europee. Nessuna sarà esclusa! La crisi è continentale e
non italiana. Torino? È solo il campanello di allarme per il nostro paese perché
è il più sensibile su questo fronte. Occorrono interventi istituzionali urgenti
per creare opportunità concrete di reazione alla crisi. Le differenze che
sussistono tra i tre sindacati non ci divideranno nella difesa dell'occupazione:
accanto all'estensione degli ammortizzatori a tutti servono investimenti che
vadano oltre gli incentivi per la rottamazione e sostengano nuove produzioni a
basso costo energetico, basso impatto ambientale, con propulsioni alternative ai
motori a scoppio: così sostiene il rilancio di un'industria dell'automobile che
guardi al futuro”.
TUTTI E TRE I SEGRETARI
sono stati
concordi nel ribadire che le istituzioni devono aumentare le disponibilità
economiche per gli ammortizzatori sociali, favorirne l'utilizzo presso aziende
piccole e artigiane che non li hanno, garantirne il godimento ai precari e
mettere anche a disposizione risorse per il sostegno al reddito dei lavoratori
sospesi in Cigs evitando la tagliola della non ripetibilità del sostegno che
colpirebbe i lavoratori da più tempo in cassa integrazione, come quelli della
Bertone e della Pininfarina. Va allargato il provvedimento di detassazione, vedi
tredicesima mensilità e contrattazioni sindacali, perché la sola detassazione
degli straordinari oggi è uno strumento inattuale e inefficace. Ovviamente,
concludono, vanno sostenute nuove iniziative industriali perché, gli incentivi
statali sulle rottamazioni, utili in crisi cicliche, in questo caso da soli non
sarebbero efficaci.
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