Presidio agrati al Pirellone
Sin dalle prime ore del mattino, davanti al Palazzo della Regione Lombardia presidio dei delegati sindacali e dei dipendenti dell'Agrati
di Collegno, azienda metalmeccanica dove 82 lavoratori rischiano il
licenziamento. La multinazionale, con sede in Brianza, conta
5 stabilimenti, 4 in Lombardia e 1 in Piemonte e si occupa di
produzione di viti e bulloni ed è in generale, specializzata in sistemi
di fissaggio.
Il 30 gennaio scorso, senza alcun segnale preventivo e senza il minimo
preavviso è scattata la comunicazione di chiusura dell'azienda
metalmeccanica. Tutto ciò, malgrado abbia avuto sempre fondamentali
molto positivi (non è stato mai fatto ricorso alla cassa integrazione) e
solo qualche giorno prima della comunicazione di chiusura dello
stabilimento, è stato centrato il risultato del raggiungimento del 100%
in termini di obiettivi qualitativi e produttivittà. Se è vero che c'è
stato un calo a livello di bilanci, essi restano comunque positivi, per
questo motivo il provvedimento risulta ancora più indigeribile e
inaccettabile la decisione di cessare la produzione.
Non si può chiudere una fabbrica senza mai aver usato ammortizzatori
sociali, si tratta di una scelta strategicamente inconcepibile. La
mobilitazione è volta a chiedere un incontro all'assessore regionale al
Lavoro Valentina Aprea e al presidente della Regione Lombardia Roberto
Maroni, in qualità di autorità istituzionali il cui interesse può
risultare importante per salvaguardare il posto di lavoro dehgli 82
dipendenti e tenere in vita una realtà industriale di rilievo, facendo
recedere dai suoi propositi i vertici dell'azienda.
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