27.02.2014

Presidio agrati al Pirellone

Sin dalle prime ore del mattino, davanti al Palazzo della Regione Lombardia presidio dei delegati sindacali e dei dipendenti dell'Agrati di Collegno, azienda metalmeccanica dove 82 lavoratori rischiano il licenziamento. La multinazionale, con sede in Brianza, conta 5 stabilimenti, 4 in Lombardia e 1 in Piemonte e si occupa di produzione di viti e bulloni ed è in generale, specializzata in sistemi di fissaggio.

Il 30 gennaio scorso, senza alcun segnale preventivo e senza il minimo preavviso è scattata la comunicazione di chiusura dell'azienda metalmeccanica. Tutto ciò, malgrado abbia avuto sempre fondamentali molto positivi (non è stato mai fatto ricorso alla cassa integrazione) e solo qualche giorno prima della comunicazione di chiusura dello stabilimento, è stato centrato il risultato del raggiungimento del 100% in termini di obiettivi qualitativi e produttivittà. Se è vero che c'è stato un calo a livello di bilanci, essi restano comunque positivi, per questo motivo il provvedimento risulta ancora più indigeribile e inaccettabile la decisione di cessare la produzione.

Non si può chiudere una fabbrica senza mai aver usato ammortizzatori sociali, si tratta di una scelta strategicamente inconcepibile. La mobilitazione è volta a chiedere un incontro all'assessore regionale al Lavoro Valentina Aprea e al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, in qualità di autorità istituzionali il cui interesse può risultare importante per salvaguardare il posto di lavoro dehgli 82 dipendenti e tenere in vita una realtà industriale di rilievo, facendo recedere dai suoi propositi i vertici dell'azienda.