04.03.2009
CNH - Cassa ordinaria fino a luglio: fanno 38 settimane
La Cnh di San Mauro ha formalizzato la
richiesta per altre dodici settimane di cassa integrazione, da
effettuarsi dal 13 aprile al 4 luglio. Questo vuol dire che i
lavoratori, che attualmente sono in cassa integrazione, rientrano a
lavorare per una sola settimana, dal 6 al 10 aprile. Inoltre, la Cnh
da settembre a luglio raggiunge 38 settimane di cassa integrazione
ordinaria, e il massimale, stante la legislazione attuale, sono 52
settimane. Infine, questo nuovo ciclo di cassa integrazione
riguarderà tutto l'organico aziendale, ovvero 752 lavoratori
tra operi e impiegati, compresi i 126 impiegati della Cnh Italia spa,
controllata del gruppo Cnh, che per ora non erano mai stati raggiunti
dalla cassa. Intanto, i lavoratori della Cnh sono ancora in attesa di
una risposta dalla Juventus, di cui Cnh è sposnor ufficiale,
riguardo alla richiesta di effettuare un giro di campo con lo
striscione aziendale in occasione della prima partita casalinga della
squadra.
Nel corso dell'incontro le organizzazioni sindacali hanno poi ribadito alcune richieste fatte all'azienda dai delegati, in particolare la possibilità di corrispondere l'anticipo del Tfr ai lavoratori che sono duramente colpiti dalla cassa, tanto che il problema salariale sta raggiungedo livelli di assoluta emergenza.
Le difficoltà di Cnh rispecchiano per altro il crollo dell'intero settore: in Europa il mercato è calato dell'81%, con punte vicino al 100% in Spagna, Russia e nelle repubbliche baltiche; in America Latina il calo è del 65%, in America settentrionale del 48%.
Nel corso dell'incontro le organizzazioni sindacali hanno poi ribadito alcune richieste fatte all'azienda dai delegati, in particolare la possibilità di corrispondere l'anticipo del Tfr ai lavoratori che sono duramente colpiti dalla cassa, tanto che il problema salariale sta raggiungedo livelli di assoluta emergenza.
Le difficoltà di Cnh rispecchiano per altro il crollo dell'intero settore: in Europa il mercato è calato dell'81%, con punte vicino al 100% in Spagna, Russia e nelle repubbliche baltiche; in America Latina il calo è del 65%, in America settentrionale del 48%.
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