02.09.2008

SPECIALE BERTONE - lettera degli operai a Lilli

Ci hanno creduto. E ci credono ancora. Nonostante le traversie, gli operai della Bertone sono ancora convinti che ci sia una soluzione in grado di salvare i loro stipendi e il prestigio del marchio a cui tutti sono legati da un sentimento che va al di là del rapporto di lavoro. E per dimostrarlo, ora che il tempo stringe, un gruppo di dipendenti della carrozzeria ha scritto una lettera indirizzata agli azionisti dell'azienda, alla famiglia Bertone, ai commissari straordinari che ora stanno gestendo l'impresa e ai rappresentati delle istituzioni locali. Una lettera in cui si chiede con urgenza di «sbloccare questa situazione e permettere l'acquisizione degli immobili a chi si presenterà con un serio piano industriale e con garanzie finanziarie».

Un appello che tuttavia coglie ancora una volta la famiglia divisa, ma con alleanze diverse rispetto al passato. Le due figlie del fondatore, Barbara e Marie-Jeane, avrebbero dato l'assenso alla cessione del marchio e dei terreni, andando così incontro alle richieste dei commissari e dei potenziali acquirenti. Ma è Lilli Bertone, azionista di maggioranza, a insistere sul fronte del no. E anche l'altro ramo della famiglia, i Gracco, per ragioni diverse preferiscono mantenere marchio e terreni.

Ed è proprio questo atteggiamento di chiusura ad aver scatenato l'irritazione dei commissari e la delusione degli operai. In effetti, non si è mai sopita la speranza di trovare un compratore disposto ad accollarsi i debiti e a far ripartire la produzione, chiudendo anche la stagione dell'amministrazione controllata. Ma tutti coloro che finora hanno bussato alla porta dei tre commissari, chiedevano proprio quello che gli eredi di Nuccio Bertone fanno resistenza a cedere: marchio e immobili.

È da questa scelta che dipende il futuro dei 1180 che fino ad ora si sono aggrappati al filo della cassa integrazione. Una rete di salvataggio che però rischia di lacerarsi a fine anno, se non si eviterà il fallimento. «C'è un clima di attesa, un'attesa snervante – dice Giacomo Zulianello, delegato Fiom, anche lui in riposo forzato – Ma non riusciamo ad essere disperati, sembra assurdo però c'è ancora fiducia che le cose cambino. Tant'è che molte persone che incontro e che hanno trovato dei contratti a termine in altri posti mi sempre come vanno le cose in Bertone perchè se l'azienda si riprendesse loro ci ritornerebbero più volentieri». Perchè la Bertone è sempre l'azienda da cui sono uscite alcune tra le auto più belle che si ricordino, come la Lamborghini Conutach, la Lancia Stratos e la Fiat X1/9.

«Avevo lasciato il centro commerciale per venire qui perché credevo che fosse il posto più sicuro» dice Barbara, alle prese con un figlio di 4 anni e l'affitto che non riesce più a pagare. Ma veramente di essere entrato in Bertone nessuno si è pentito. Solo tutti vorrebbero che l'azienda tornasse quella di una volta. D'altra parte le ultime assunzioni fatte dalla carrozzeria di corso Allamano risalgono al 2000 e dunque anche gli operai più giovani hanno avuto tempo e modo di rafforzare il legame con l'azienda. E ci sono alcuni dipendenti che nonostante abbiano trovato altri posti di lavoro tornano spesso, quando ci sono i presidi, per salutare, chiedere come va, dare una parola di sostegno agli ex colleghi. «L'aver combattuto insieme, l'essere scesi in piazza, l'aver passato giornate intere davanti ai cancelli chiusi crea un legame che non si riesce a rompere» continua Zulianello.

Tutti aspettavano settembre. «A settembre tutti tornano dalle vacanze. E qualcosa dovrebbe accadere», dicevano. Loro, veramente, in ferie non ci sono proprio andati. È impossibile anche solo immaginarselo, quando ogni mese sul conto non ti accreditano più dei 600 euro della cassa integrazione. Ed è una tragedia che si moltiplica quando gli «stipendi» sono due, perché moglie e marito si sono conosciuti all'ombra dello stabilimento. Ora settembre è arrivato e anche i sindacati si sono dimostrati pronti a rinnovare il loro grido di allarme. La lettera è solo una delle «azioni eclatanti» che promettono di mettere in atto perché sulla Bertone non cali il silenzio.

Scarica la lettera degli operai della Bertone

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