SPECIALE BERTONE - lettera degli operai a Lilli
Ci hanno creduto. E ci
credono ancora. Nonostante le traversie, gli operai della Bertone
sono ancora convinti che ci sia una soluzione in grado di salvare i
loro stipendi e il prestigio del marchio a cui tutti sono legati da
un sentimento che va al di là del rapporto di lavoro. E per
dimostrarlo, ora che il tempo stringe, un gruppo di dipendenti della
carrozzeria ha scritto una lettera indirizzata agli azionisti
dell'azienda, alla famiglia Bertone, ai commissari straordinari che
ora stanno gestendo l'impresa e ai rappresentati delle istituzioni
locali. Una lettera in cui si chiede con urgenza di «sbloccare
questa situazione e permettere l'acquisizione degli immobili a chi si
presenterà con un serio piano industriale e con garanzie
finanziarie».
Un
appello che tuttavia coglie ancora una volta la famiglia divisa, ma
con alleanze diverse rispetto al passato. Le due figlie del
fondatore, Barbara e Marie-Jeane, avrebbero dato l'assenso alla
cessione del marchio e dei terreni, andando così incontro alle
richieste dei commissari e dei potenziali acquirenti. Ma è
Lilli Bertone, azionista di maggioranza, a insistere sul fronte del
no. E anche l'altro ramo della famiglia, i Gracco, per ragioni
diverse preferiscono mantenere marchio e terreni.
Ed
è proprio questo atteggiamento di chiusura ad aver scatenato
l'irritazione dei commissari e la delusione degli operai. In effetti,
non si è mai sopita la speranza di trovare un compratore
disposto ad accollarsi i debiti e a far ripartire la produzione,
chiudendo anche la stagione dell'amministrazione controllata. Ma
tutti coloro che finora hanno bussato alla porta dei tre commissari,
chiedevano proprio quello che gli eredi di Nuccio Bertone fanno
resistenza a cedere: marchio e immobili.
È
da questa scelta che dipende il futuro dei 1180 che fino ad ora si
sono aggrappati al filo della cassa integrazione. Una rete di
salvataggio che però rischia di lacerarsi a fine anno, se non
si eviterà il fallimento. «C'è
un clima di attesa, un'attesa snervante – dice Giacomo Zulianello,
delegato Fiom, anche lui in riposo forzato – Ma non riusciamo ad
essere disperati, sembra assurdo però c'è ancora
fiducia che le cose cambino. Tant'è che molte persone che
incontro e che hanno trovato dei contratti a termine in altri posti
mi sempre come vanno le cose in Bertone perchè se l'azienda si
riprendesse loro ci ritornerebbero più volentieri».
Perchè la Bertone è sempre l'azienda da cui sono uscite
alcune tra le auto più belle che si ricordino, come la
Lamborghini Conutach, la Lancia Stratos e la Fiat X1/9.
«Avevo
lasciato il centro commerciale per venire qui perché credevo
che fosse il posto più sicuro» dice Barbara, alle prese
con un figlio di 4 anni e l'affitto che non riesce più a
pagare. Ma veramente di essere entrato in Bertone nessuno si è
pentito. Solo tutti vorrebbero che l'azienda tornasse quella di una
volta. D'altra parte le ultime assunzioni fatte dalla carrozzeria di
corso Allamano risalgono al 2000 e dunque anche gli operai più
giovani hanno avuto tempo e modo di rafforzare il legame con
l'azienda. E ci sono alcuni dipendenti che nonostante abbiano trovato
altri posti di lavoro tornano spesso, quando ci sono i presidi, per
salutare, chiedere come va, dare una parola di sostegno agli ex
colleghi. «L'aver combattuto insieme, l'essere scesi in piazza,
l'aver passato giornate intere davanti ai cancelli chiusi crea un
legame che non si riesce a rompere» continua Zulianello.
Tutti
aspettavano settembre. «A settembre tutti tornano dalle
vacanze. E qualcosa dovrebbe accadere», dicevano. Loro,
veramente, in ferie non ci sono proprio andati. È impossibile
anche solo immaginarselo, quando ogni mese sul conto non ti
accreditano più dei 600 euro della cassa integrazione. Ed è
una tragedia che si moltiplica quando gli «stipendi» sono
due, perché moglie e marito si sono conosciuti all'ombra dello
stabilimento. Ora settembre è arrivato e anche i sindacati si
sono dimostrati pronti a rinnovare il loro grido di allarme. La
lettera è solo una delle «azioni eclatanti» che
promettono di mettere in atto perché sulla Bertone non cali il
silenzio.
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