SI E’ APERTO IL CONGRESSO PROVINCIALE
Venerdì
28 febbraio,
è aperto il VI
congresso provinciale della
Fiom-Cgil
di Torino,
davanti a oltre 250 delegati.
La
relazione introduttiva è stata di Federico
Bellono,
segretario provinciale uscente, che ha iniziato ricordando come la
crisi
nel
territorio torinese è tutt'altro che finita. A oggi, sono infatti a
rischio oltre
5.000
posti di
lavoro
nelle
48 aziende che hanno vertenze aperte; dal 2008 al 2013 inoltre si
sono persi 15 mila posti di lavoro nelle sole aziende monitorate, un
terzo delle quali ha chiuso.
Nel
territorio torinese esiste anche un problema legato all'estensione
della
povertà,
fenomeno che non riguarda solo le fasce marginali della popolazione
ma anche lavoratori, e tra questi numerosi metalmeccanici, i cui
redditi sono stati indeboliti dalla crisi, attraverso cassa
integrazioni, mobilità, discontinuità lavorativa.
Si
tratta, ha aggiunto Bellono,
di una emergenza
di
lungo
periodo,
che richiede di essere affrontata con due diversi ordini di
intervento. Il primo è un potenziamento
degli
strumenti
di
welfare,
a partire dai contratti di solidarietà; ma dall'altra è necessario
creare
urgentemente nuovi posti di lavoro,
attraverso una sorta di nuovo new
deal come
ipotizzato dal sociologo Luciano Gallino. È poi necessario ripensare
le
politiche
industriali a
partire da una difesa dell'esistente, perché in Piemonte il settore
metalmeccanico occupa ancora circa 150 mila addetti: per ragionare
sul futuro di Torino non si può quindi prescindere dal futuro della
metalmeccanica.
Settori
strategici da tutelare
sono
quello aersopaziale
e
l'automotive,
che hanno in comune l'incertezza di prospettive. Nel primo caso, il
nodo è quello delle ricadute del ridimensionamento dei volumi
dell'F35. Nel secondo caso è invece illusorio pensare che l'intera
filiera dell'autoveicolo possa sopravvivere senza un grande
produttore nazionale. Altresì, il polo del lusso ipotizzato da Fiat,
per quanto vada nella giusta direzione, difficilmente potrà
assorbire gli attuali livelli occupazionali.
La
fase politica attuale, con il cambio della compagine di governo e le
imminenti elezioni regionali, che designeranno un nuovo governo
locale, offre l'opportunità di riportare al centro del dibattito
pubblico e dell'agenda di governo i temi del lavoro, dell'industria,
dell'occupazione.
Bellono
ha
poi chiuso il proprio intervento affrontando l'accordo sulla
rappresentanza, firmato unitariamente da Cgil, Cisl, Uil. La
Fiom-Cgil, ha spiegato Bellono, non si sottrarrà alla verifica del
consenso tra i lavoratori attraverso però una consultazione
autenticamente democratica, a differenza di quando deciso dal
direttivo della Cgil.
«Sbaglierebbe
la confederazione a non tenere in conto il punto di vista dei
metalmeccanici – ha concluso Bellono
–
perché noi siamo stati i più esposti sul versante della
rappresentanza in questi anni a partire dalla vicenda della Fiat fino
alla sentenza della Corte Costituzionale: insomma, un accordo e una
consultazione contro i metalmeccanici sarebbe un errore politico che
creerebbe più problemi di quelli che si vorrebbero risolvere.
L'obiettivo è modificare i punti critici e inaccettabili
dell'accordo, come le sanzioni o l'assenza del voto dei lavoratori
sui contratti aziendali, a partire da un presupposto: nessuna
tentazione aventiniana ma nessuna rinuncia alle nostre ragioni e alla
nostra pratica sindacale di questi anni. Noi siamo parte della Cgil e
vogliamo un confronto aperto, tra posizioni diverse con pari
dignità».
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