28.02.2014

SI E’ APERTO IL CONGRESSO PROVINCIALE

Venerdì 28 febbraio, è aperto il VI congresso provinciale della Fiom-Cgil di Torino, davanti a oltre 250 delegati.


La relazione introduttiva è stata di Federico Bellono, segretario provinciale uscente, che ha iniziato ricordando come la crisi nel territorio torinese è tutt'altro che finita. A oggi, sono infatti a rischio oltre 5.000 posti di lavoro nelle 48 aziende che hanno vertenze aperte; dal 2008 al 2013 inoltre si sono persi 15 mila posti di lavoro nelle sole aziende monitorate, un terzo delle quali ha chiuso.


Nel territorio torinese esiste anche un problema legato all'estensione della povertà, fenomeno che non riguarda solo le fasce marginali della popolazione ma anche lavoratori, e tra questi numerosi metalmeccanici, i cui redditi sono stati indeboliti dalla crisi, attraverso cassa integrazioni, mobilità, discontinuità lavorativa.


Si tratta, ha aggiunto Bellono, di una emergenza di lungo periodo, che richiede di essere affrontata con due diversi ordini di intervento. Il primo è un potenziamento degli strumenti di welfare, a partire dai contratti di solidarietà; ma dall'altra è necessario creare urgentemente nuovi posti di lavoro, attraverso una sorta di nuovo new deal come ipotizzato dal sociologo Luciano Gallino. È poi necessario ripensare le politiche industriali a partire da una difesa dell'esistente, perché in Piemonte il settore metalmeccanico occupa ancora circa 150 mila addetti: per ragionare sul futuro di Torino non si può quindi prescindere dal futuro della metalmeccanica.


Settori strategici da tutelare sono quello aersopaziale e l'automotive, che hanno in comune l'incertezza di prospettive. Nel primo caso, il nodo è quello delle ricadute del ridimensionamento dei volumi dell'F35. Nel secondo caso è invece illusorio pensare che l'intera filiera dell'autoveicolo possa sopravvivere senza un grande produttore nazionale. Altresì, il polo del lusso ipotizzato da Fiat, per quanto vada nella giusta direzione, difficilmente potrà assorbire gli attuali livelli occupazionali.


La fase politica attuale, con il cambio della compagine di governo e le imminenti elezioni regionali, che designeranno un nuovo governo locale, offre l'opportunità di riportare al centro del dibattito pubblico e dell'agenda di governo i temi del lavoro, dell'industria, dell'occupazione.


Bellono ha poi chiuso il proprio intervento affrontando l'accordo sulla rappresentanza, firmato unitariamente da Cgil, Cisl, Uil. La Fiom-Cgil, ha spiegato Bellono, non si sottrarrà alla verifica del consenso tra i lavoratori attraverso però una consultazione autenticamente democratica, a differenza di quando deciso dal direttivo della Cgil.


«Sbaglierebbe la confederazione a non tenere in conto il punto di vista dei metalmeccanici – ha concluso Bellono – perché noi siamo stati i più esposti sul versante della rappresentanza in questi anni a partire dalla vicenda della Fiat fino alla sentenza della Corte Costituzionale: insomma, un accordo e una consultazione contro i metalmeccanici sarebbe un errore politico che creerebbe più problemi di quelli che si vorrebbero risolvere. L'obiettivo è modificare i punti critici e inaccettabili dell'accordo, come le sanzioni o l'assenza del voto dei lavoratori sui contratti aziendali, a partire da un presupposto: nessuna tentazione aventiniana ma nessuna rinuncia alle nostre ragioni e alla nostra pratica sindacale di questi anni. Noi siamo parte della Cgil e vogliamo un confronto aperto, tra posizioni diverse con pari dignità».

Congresso Fiom

  • Bellono al congresso Bellono al congresso