La contro-finanziaria di Sbilanciamoci
100
idee per uno sviluppo sostenibile. 100 proposte per una
contro-finanziaria che è l'esatto opposto della manovra
fiscale varata da Tremonti. È questo il documento finale,
l'atto più politico, di “Sbilanciamoci!”, il forum
dell'economia alternativa promosso da un cartello di 50
organizzazioni della società civile italiana, che si è
svolto a Torino, in concomitanza con il meeting di Cernobbio.
E
per non disperdere le suggestioni e il lavoro collettivo svolto in
questa tre giorni, è nato anche il sito
www.sbilanciamoci.info,
che nelle parole di Guglielmo Ragozzino, uno dei promotori
dell'iniziativa, «vuole
essere un punto di riferimento alternativo al lavoce.info, per dare
la possibilità di esprimersi ad economisti, sociologi,
politologi espulsi dai circuiti mediatici».
Nella
sessione finale sono stati presentati e discussi i temi centrali di
questa contro-finanziaria. «Quella di Tremonti è una
manovra che impone tagli alla spesa sociale, alla sanità,
all'istruzione che sono deleteri in un paese che ha bisogno di
costruire un'economia di qualità» spiega Giulio Marcon,
di Sbilanciamoci. Ed elenca: 20 miliardi di tagli ad enti locali,
pensioni e salute, 7 miliardi in meno a scuola e università, 5
in meno alla sanità in tre anni. Inoltre, «è
previsto l'abolizione del Secit (Servizio ispettivo tributario) e
dell'Alto commissariato per la prevenzione ed il contrasto
all'evasione alla corruzione: in pratica si depotenzia la lotta
all'evasione fiscale» continua Marcon. Ma le critiche vanno
anche contro «l'avventura nucleare proposta dal governo»,
sottolineata da Stefano Lenzi del Wwf, e le «grandi opere, in
un paese che invece avrebbe bisogno di tante piccole opere di
infrastrutturazione sociale».
La
sessione finale non è stata solo un carnet
des doleances ma
una serie di richieste argomentate, sostenute da calcoli di
fattibilità. Le 100 proposte indicate da Sbilanciamoci vanno
in direzione di un'economia attenta all'ambiente, alla qualità
e alla dignità del lavoro, all'estensione dei diritti civili e
sociali alle fasce più deboli della popolazione, alla
costruzione di un capitale sociale diffuso e a disposizione di tutti.
Così si propone di alzare la tassazione delle rendite
finanziarie al 23%, di modulare la fiscalità energetica in
base al consumo di carbonio, di tassare la pubblicità e di
aumentare le imposte sui Suv e sul porto d'armi. Le risorse così
reperite potrebbero essere utilizzate ad esempio per potenziare il
trasporto pubblico locale, per istituire un fondo per la lotta alle
ecomafie. Sul fronte del mercato del lavoro si propone un
finanziamento di 1 miliardo di euro da distribuire alle imprese che
decidono di trasformare i co.co.pro in lavoratori a tempo
indeterminato; e lo stanziamento di 700 milioni di euro come
indennità sociale per quei precari che non lavorano tra un
contratto e l'altro; misure per l'emersione dell'economia sommersa e
del lavoro nero.
Conclude
Marcon: «In pratica, chiediamo di rilanciare il ruolo dello
spazio pubblico, del welfare, della programmazione politica
nell'economia, della legalità». E già pensa alla
prossima campagna: «Una giornata per la giustizia e la legalità
fiscale da effettuarsi in tutte le città italiane».
Marco Bobbio