30.09.2008
IL CASO - Pausa caffè cronometrata alla Ducati di Bologna
Tic, tic, tic… Luce rossa. Stop. Niente caffè. La macchinetta
erogatrice smette di erogare, sarà per la prossima volta. Funziona così
in una delle aziende storiche di Bologna, la Ducati Energia. Per
riuscire a farsi un caffè, bisogna essere una sorta di centometrista,
una via di mezzo tra Bolt e Mennea. Ogni macchinetta, infatti, è stata
munita di un timer che, spaccando il secondo, cronometra il tempo di
sorsata dei dipendenti. Il limite è inderogabile: 10 minuti.
Dopodiché, la macchina si spegne.
Considerando che i lavoratori della Ducati Energia sono poco meno di
300, è inevitabile che molti di loro restino a bocca asciutta. Non è
dato sapere se l'introduzione del timer ha davvero contribuito, com'era
nei propositi dell'azienda, a ridurre le perdite di tempo da parte dei
lavoratori con conseguente aumento della produttività. Di sicuro però
ha regalato una folata di notorietà alla Ducati Energia, finita nel
mirino del capogruppo di Rifondazione, Roberto Sconciaforni, che ieri
in consiglio comunale ha parlato di «lavoratori umiliati».
La Ducati Energia, che produce condensatori e
generatori, appartiene a Guidalberto Guidi, ex vicepresidente di
Confindustria e padre di Federica, al vertice dei Giovani Industriali.
I rapporti con i sindacati sono tesi, tira aria di scioperi. La Fiom ha
manifestato timori per la politica di delocalizzazione dell'azienda e
per la progressiva riduzione di personale. In questo clima, ecco
comparire l'annuncio del timer. Spiega la delegata Fiom, Raffaella
Fughetti: «Ogni turno di lavoro ha i suoi 10 minuti di caffeina:
9.30-9.40, 17-17.10, 00-00.10». Chi ha l'orologio indietro, è perduto.
(Corriere della Sera, 30 settembre 2008)