01.07.2008

APERTO PROCESSO THYSSEN A TORINO

È stata aggiornata al 23 luglio l'udienza preliminare che si è aperta questa mattina a Torino per il processo Thyssen. Davanti al gup Francesco Gianfrotta c'è stata la richiesta di costituzione di parte civile da parte di Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, da 70 lavoratori o ex lavoratori della torinese della multinazionale, dai sette operai che cercarono di prestare i soccorsi ai loro compagni (e che ora lamentano danni da stress post-traumatico), da due cognati di una delle vittime che non hanno ricevuto il risarcimento dalla Thyssen (perchè considerati dall'azienda «non aventi diritto»), dai sindacati Fim, Fiom e Uilm, l'Inail (in base al nuovo testo unico sulla sicurezza sul lavoro) e dal Codacons. «Ci aspettiamo una sentenza esemplare che faccia diritto e faccia giustizia, che serva a prevenire che eventi come questi non si possano più ripetere. Questa è la ragione della nostra costituzione come sindacato», ha detto Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale Fiom. «Ci siamo costituiti parte civile - ha affermato il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo – per conto di tutti i lavoratori italiani che quotidianamente sono esposti a rischi sui luoghi di lavoro e che per questo si sono identificati con la tragedia della Thyssenkrupp». Per il segretario della Fiom, «serve una sentenza esemplare affinchè le imprese non sfuggano dalle loro responsabilità e non si deve modificare il Testo Unico sulla sicurezza cosa che chiede invece Confindustria. Le leggi giuste vanno rispettate da tutti i cittadini, anche dagli imprenditori». All'udienza preliminare a Torino per il rogo della Thyssen hanno preso parte anche i familiari delle vittime, indossando magliette bianche su cui sono state serigrafate le fotografie con i volti dei morti. Alla fine dell'udienza non sono mancate grida e momenti di rabbia, soprattutto verso gli avvocati difensori. Più tranquilla, invece, Isa Pisano, la mamma dell'operaio Roberto Scola: «Io - ha detto - volevo vedere se c'erano gli imputati per guardargli negli occhi. Basterebbe solo uno sguardo. Ma loro non sono venuti». Non c'era neppure Antonio Boccuzzi, l'unico operaio sopravvissuto alla strage del 6 dicembre e oggi parlamentare Pd. «Deciderò in settimana se costituirmi parte civile. Sto valutando con i miei legali», ha detto Boccuzzi. «In questi giorni mi è sembrato di tornare indietro di sette mesi - ha aggiunto - anche se dentro di me è ancora tutto così vivo». Il procuratore Raffaele Guariniello alla fine dell'udienza ha detto di non ritenere possibile l’eventualità del patteggiamento. «Penso non sia nelle cose», ha detto. Mentyre a proposito del rito abbreviato ha aggiunto «Per noi va bene qualsiasi rito, l'importante è fare il processo e arrivare al più presto ad una sentenza”. All'uscita dall'udienza, uno dei legali dell'azienda, Ezio Audisio, a proposito del tipo di rito che verrà chiesto dalla difesa dei sei manager della multiazionale tedesca ha spiegato: ''la strategia e' ancora incerta . Siamo ancora all'inizio, non abbiamo neppure ancora apertio la discussione. Ci sono questioni preliminari da affrontare all'esito delle quali decideremo''. Quanto al risarcimento di 12.970 euro dati alle famiglie delle vittime, Audisio ha precisato: ''dal nostro punto di vista arrivare al risarcimento prima dell'udienza preliminare era una delle priorita'. Ci siamo riusciti, siamo soddisfatti''. Amaro il commento di Cremaschi: “con un ventesimo di quella cifra investita in sicurezza, non saremmo qui a celebrare questo processo”.



THYSSENKRUPP

  • Fiori davanti alla Thyssen Fiori davanti alla Thyssen