APERTO PROCESSO THYSSEN A TORINO
È stata aggiornata al 23 luglio
l'udienza preliminare che si è aperta questa mattina a Torino
per il processo Thyssen. Davanti al gup Francesco Gianfrotta c'è
stata la richiesta di costituzione di parte civile da parte di
Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, da 70 lavoratori o ex
lavoratori della torinese della multinazionale, dai sette operai che
cercarono di prestare i soccorsi ai loro compagni (e che ora
lamentano danni da stress post-traumatico), da due cognati di una
delle vittime che non hanno ricevuto il risarcimento dalla Thyssen
(perchè considerati dall'azienda «non aventi diritto»),
dai sindacati Fim, Fiom e Uilm, l'Inail (in base al nuovo testo unico
sulla sicurezza sul lavoro) e dal Codacons. «Ci aspettiamo una
sentenza esemplare che faccia diritto e faccia giustizia, che serva a
prevenire che eventi come questi non si possano più ripetere.
Questa è la ragione della nostra costituzione come sindacato»,
ha detto Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale Fiom. «Ci
siamo costituiti parte civile - ha affermato il segretario generale
della Fiom torinese, Giorgio Airaudo – per conto di tutti i
lavoratori italiani che quotidianamente sono esposti a rischi sui
luoghi di lavoro e che per questo si sono identificati con la
tragedia della Thyssenkrupp». Per il segretario della Fiom,
«serve una sentenza esemplare affinchè le imprese non
sfuggano dalle loro responsabilità e non si deve modificare il
Testo Unico sulla sicurezza cosa che chiede invece Confindustria. Le
leggi giuste vanno rispettate da tutti i cittadini, anche dagli
imprenditori». All'udienza preliminare a Torino per il rogo
della Thyssen hanno preso parte anche i familiari delle vittime,
indossando magliette bianche su cui sono state serigrafate le
fotografie con i volti dei morti. Alla fine dell'udienza non sono
mancate grida e momenti di rabbia, soprattutto verso gli avvocati
difensori. Più tranquilla, invece, Isa Pisano, la mamma
dell'operaio Roberto Scola: «Io - ha detto - volevo vedere se
c'erano gli imputati per guardargli negli occhi. Basterebbe solo uno
sguardo. Ma loro non sono venuti». Non c'era neppure Antonio
Boccuzzi, l'unico operaio sopravvissuto alla strage del 6 dicembre e
oggi parlamentare Pd. «Deciderò in settimana se
costituirmi parte civile. Sto valutando con i miei legali», ha
detto Boccuzzi. «In questi giorni mi è sembrato di
tornare indietro di sette mesi - ha aggiunto - anche se dentro di me
è ancora tutto così vivo». Il procuratore
Raffaele Guariniello alla fine dell'udienza ha detto di non ritenere
possibile l’eventualità del patteggiamento. «Penso non
sia nelle cose», ha detto. Mentyre a proposito del rito
abbreviato ha aggiunto «Per noi va bene qualsiasi rito,
l'importante è fare il processo e arrivare al più
presto ad una sentenza”. All'uscita dall'udienza, uno dei legali
dell'azienda, Ezio Audisio, a proposito del tipo di rito che verrà
chiesto dalla difesa dei sei manager della multiazionale tedesca ha
spiegato: ''la strategia e' ancora incerta . Siamo ancora all'inizio,
non abbiamo neppure ancora apertio la discussione. Ci sono questioni
preliminari da affrontare all'esito delle quali decideremo''. Quanto
al risarcimento di 12.970 euro dati alle famiglie delle vittime,
Audisio ha precisato: ''dal nostro punto di vista arrivare al
risarcimento prima dell'udienza preliminare era una delle priorita'.
Ci siamo riusciti, siamo soddisfatti''. Amaro il commento di
Cremaschi: “con un ventesimo di quella cifra investita in
sicurezza, non saremmo qui a celebrare questo processo”.