10.03.2009

AIRAUDO: ”Portare la cassa a 104 settimane in 3 anni”

Cresce così in fretta tra i metalmeccanici che già si teme finisca. La cassa integrazione ordinaria - che nel primo semestre del 2008 lambiva solo 65 aziende - è ormai arrivata a coinvolgere 713 imprese con oltre 65 mila addetti; di questi quasi 50 mila, per l'esattezza 49.539, sono già a casa o lo saranno nelle prossime settimane. E proprio ieri la Fiat ha annunciato che dal 6 al 19 aprile si fermeranno i 5.000 addetti degli enti centrali del gruppo, la maggior parte dei quali lavorano a Mirafiori. Molte aziende entro maggio-giugno avranno già consumato almeno 40 settimane; il che fa temere che prima del quarto trimestre finiscano le 52 a cui hanno diritto nell'arco di due anni. L'allarme arriva dal segretario della Fiom, Giorgio Airaudo, che si rigira tra le mani i dati delle richieste di cassa: «Ci sono imprese che per la prima volta la usano e tra queste alcune di altissimo livello tecnologico e capacità di innovazione come il gruppo PrimaIndustrie, del presidente dell'Unione dove, dopo aver smaltito ferie e permessi, è arrivata la fermata. Purtroppo questo dimostra che non ci sono settori immuni e che la crisi aggredisce tutta la metalmeccanica, anche chi punta sulla ricerca». Ma il vero problema è la corsa contro il tempo. E cioè il limite di 52 settimane di cassa ordinaria che si possono fare in due anni. Dice Airaudo: «Molte imprese sono già ora quasi al limite. Alla Cnh sono state chieste 38 settimane, ma sono 44 alla Daytic, 41 alla New Plast, 39 alla Bitron, alla Mac, alla Cultraro, alla Bredo, 38 alla Nuova Sabel e alla Carcerano». Analizza: «È evidente che, se a questo punto dell'anno è tale l'impiego della cassa ordinaria, per settembre o ottobre si dovrà passare a quella straordinaria o a quella in deroga sempre che si capisca, visto il conflitto tra Regioni e governo, come si potranno usare questi fondi». Ma il timore vero è un altro: «Si rischia di arrivare ai licenziamenti». Allora si interroga sul come si possa far durare più a lungo il sostegno al reddito. Propone: «Intanto, come è stato fatto nel 2002, le settimane devono diventare 104 in tre anni. È una misura elementare che non si capisce perchè il governo tardi a assumere. L'obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di tenere i lavoratori nelle aziende, mantenere la coesione sociale, evitare i licenziamenti in attesa che la crisi passi, sapendo che sarà ancora lunga». E aggiunge: «Voglio anche ricordare che si tratta proprio di soldi dei lavoratori che versano ogni anno 500 euro per il fondo destinato alla cassa». Ma non basta: «In alcune imprese, troppo poche, hanno scelto di effettuare fermate collettive il venerdì, ma l'Inps conteggia come una settimana anche il giorno isolato; questa norma andrebbe rivista perchè favorirebbe. Poi andrebbe utilizzato di più il contratto di solidarietà che penalizza meno il reddito del lavoratore perchè il 60% delle ore non lavorate viene retribuito con il 100%». Nelle ultime settimane 5 mila addetti di Mirafiori hanno firmato la petizione della Fiom per riportare all'80% del salario l'assegno di cassa contro il 60% di adesso. Dice il segretario Fiom: «Non è' più rinviabile perchè il reddito, già basso, dei lavoratori, se si tratta di pochi mesi subisce un colpo duro, ma se la cassa va avanti per mesi intere famiglie finiscono nella povertà».

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